Homotaurine Induces Measurable Changes of Short Latency Afferent Inhibition in a Group of Mild Cognitive Impairment Individuals
Alessandro Martorana & Giacomo Koch
Front Aging Neurosci. 2014 Sep 23;6:254.
L’azione anti-amiloide associata al profilo GABA-ergico, fa dell’omotaurina un nuovo potenziale farmaco utile per il trattamento della malattia di Alzheimer. Le alterazioni cerebrali tipiche della malattia di Alzheimer sono il risultato di modificazioni metaboliche cellulari che iniziano molti anni prima della comparsa dei sintomi cognitivi, dunque una strategia terapeutica appropriata troverebbe in una sostanza come l’omotaurina il prodotto ideale per il trattamento di individui affetti da deterioramento cognitivo lieve o come definiti dagli autori anglosassoni Mild Cognitive Impairment (MCI). Questa è una condizione clinica la cui definizione diagnostica è cambiata spesso negli ultimi anni, ma che è largamente riconosciuta come una condizione che può evolvere in malattia di Alzheimer in una percentuale di casi che va dal 40 al 60% degli individui affetti entro pochi anni dalla diagnosi. L’omotaurina di recente è stata proposta per il trattamento dei casi MCI, purtroppo la letteratura a nostra disposizione circa i suoi effetti sono insufficienti. In questo lavoro scientifico ci siamo proposti di studiare gli effetti della somministrazione di omotaurina sull’eccitabilità della corteccia motoria e sui meccanismi di plasticità neuronale attraverso l’uso di protocolli neurofisiologici standardizzati, su un gruppo di individui con diagnosi di MCI. I meccanismi utilizzati sono la Short Latency Afferent Inhibition (SLAI), una metodica che valuta l’eccitabilità corticale attraverso meccanismi regolati dalla trasmissione colinergica cerebrale, e la continuous Theta Burst Stimulation (cTBS), un protocollo che studia i meccanismi di plasticità sinaptica quali la Long Term Potentiation (LTP) e la Long Term Depression (LTD), espressione per l’appunto di plasticità sinaptica corticale. I soggetti che hanno partecipato allo studio sono stati studiati prima e dopo l’assunzione per 4 settimane di omotaurina 100 mg/die (VIVIMIND®, FB Health). I risultati ottenuti hanno mostrato un chiaro effetto di modulazione sulla SLAI, senza alterare l’eccitabilità intracorticale motoria. Lo studio dei meccanismi di plasticità sinaptica non ha mostrato alcun effetto di modulazione su LTP/LTD. L’analisi di tali risultati ci ha portato a valutare se la modulazione osservata fosse conseguenza dell’effetto anti-amiloide ovvero GABA-ergico dell’omotaurina. La nostra interpretazione dei dati è stata a favore dell’effetto GABA-ergico dell’omotaurina piuttosto che di quello anti-amiloide. L’attività cerebrale corticale è regolata da interneuroni GABAergici. Questi una volta eccitati rilasciano GABA, potente neurotrasmettitore inibitorio, che agisce sui recettori specifici espressi dai neuroni piramidali e ne modula l’attività. Gli interneuroni inibitori sono distinti dal punto di vista funzionale in due sottotipi. Uno che modula l’attività della SLAI e l’altro che invece modula l’attività intracorticale. I due sottotipi agiscono in modo mutuamente esclusivo. In base ai risultati ottenuti nel nostro studio, risulta che la somministrazione di omotaurina per un periodo di tempo relativamente breve, ha avuto effetti sugli interneuroni regolatori della SLAI mentre non ha avuto alcun effetto sull’attività intracorticale cerebrale. Dunque l’omotaurina oltre ad essere un farmaco con attività anti-amiloide, è un efficace modulatore dell’attività inibitoria intracorticale, meccanismo che influenza a sua volta la trasmissione colinergica centrale, con vantaggi cognitivi evidenti, in particolare sull’attenzione.